La giornata di Lino comincia in bagno. E già dal mattino, l’inglese è ben presente. Perché per frenare la caduta dei capelli usa un “intensive shampoo” e delle fialette “Scalp vital booster” e per profumarsi un boccettino di “Fresh energy”. Lino comincia male, ed è già nervoso.
A lui piace l’italiano e non ne può più di location per dire luogo, posto, sede, località. Dopo la colazione, si dedica alla lettura dei giornali. Apre il Corriere e nel primo articolo compaiono “giornalisti embedded” (inviati di guerra aggregati alle truppe) e politiche di “peacekeeping” (operazioni per il mantenimento della pace). In altre pagine ecco “tycoon” (non si potrebbe scrivere magnate?), “sliding door” (porte scorrevoli, nel senso di snodo imprevedibile), “roadmap” (piano d’azione), “cooking show” (cucina dal vivo davanti a spettatori).
Lino sbuffa e passa al giornale locale: si comincia con la notizia di una nota azienda orobica che “vanta un comprovato track-record di innovazione” (esperienza); poi le manifestazioni per il carnevale a Bergamo che - dice un politico - rappresenta un “momento speciale, molto sentito da grandi e piccini, che continua l’esperienza della capitale della cultura 2023 grazie alla legacy (eredità, retaggio) con gli enti family friendly” (amici della famiglia).
Poi ancora il titolo sull’Università di Bergamo che inaugura il proprio “Research Lab” (laboratorio di ricerca); si procede quindi tra “restyling” e “spending review”, arrivando infine ad un clamoroso articolo sulle maschere bergamasche che dovrebbe essere rigorosamente esente da inglesismi e invece no, tutt’altro, tanto che la Colombina - udite, udite! - viene addirittura incredibilmente definita una “self made woman”! Apriti cielo.