Tradizione

Carnevale, una tradizione vecchia come il mondo

di Carmen Fumagalli Guariglia
- 11 aprile 2025
Origine del carnevale

Molti secoli fa si organizzavano riti di trasgressione. I Saturnali di Roma e i cortei medievali di travestimenti fino agli Zanni e alle maschere

Conosciamo le origini del Carnevale? Gli storici ritengono che il nostro attuale Carnevale sia stato influenzato soprattutto dalle attività euforiche che si svolgevano in onore del dio Bacco: i festeggiamenti avvenivano per le strade della città ove la gente mascherata si divertiva bevendo e danzando. La tradizione del Carnevale ha anche altre origini sempre legate a cerimonie di carattere religioso che venivano consacrate a Saturno, dai Greci prima dai Romani poi: in marzo e dicembre era la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell’arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il “Re della Festa”, eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico.

Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia. Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare. La festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale. Il Carnevale in Europa è stato per secoli una festa di fine e di inizio. Era una festa d’origine contadina: nella metà di febbraio moriva l’inverno e si avvicinava la primavera e così con il carnevale un ciclo di stagioni finiva e un altro ne incominciava.

Un corteo di maschere faceva parte delle celebrazioni di carnevale; rappresentavano in qualche modo anime di morti che stranamente rassicuravano la gente perché offrivano la protezione ai vivi e al raccolto dei campi. Si aggiungevano alle sfilate dei momenti di recita, di divertimento: di solito i protagonisti erano contadini o servi, rozzi e sempliciotti, veneti o lombardi che portavano nomi in voga nelle famiglie povere italiane: “Giovanni”, per esempio.

Da qui il nome Zanni per identificare il primo personaggio della Commedia dell’arte, il servo furbo, imbroglione o sciocco e pasticcione o “comica” dove nel Cinquecento, il suo ruolo si sdoppiò dando vita al primo Zanni, il servo astuto e spesso autore di intrighi, e al secondo Zanni, sciocco o apparentemente tale, al quale era spesso affidato il compito di divertire il pubblico interrompendo l’azione con lazzi e giochi mimici, che richiedevano talvolta abilità acrobatica. I personaggi subirono evoluzioni e diversificazioni fino a dividersi in tre gruppi interagenti: i vecchi, gli innamorati e i servi. Fra le maschere dei vecchi fa spicco Pantalone, mercante avaro, geloso e brontolone; gli innamorati sono dei giovani senza maschera, belli ma non sempre ardimentosi; accanto a loro giovani donne maliziose e principalmente civettuole; il terzo gruppo appartiene ai servi che in questo genere di teatro sono i famosi da Arlecchino, Brighella a Pulcinella sempre innamorati di Colombina o di Smeraldina. Possiamo aggiungere anche il Capitan Fracassa, Scaramuccia e il dottor Balanzone.

La storia è interessante in quanto le tradizioni si tramandano tra le diverse culture, cambiando, nel corso dei secoli, ma non più di tanto. A proposito ecco un detto che si trova in diverse tradizioni, anche in quella bergamasca. Dòpo Nedàl töcc i dé i è Carneàl. (Dopo Natale tutti i giorni è Carnevale ) L’öltem de Carneàl / töcc i cópa l’animàl;/ l’sèes gròss o picinì / s’fà salàm e codeghì.// (L’ultimo giorno di Carnevale/ tutti uccidono l’animale / sia grande o piccolino/ si fanno salami e cotechino.//)

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