Il Ducato ha fatto tesoro delle parole del Santo Padre e ha puntato il dito contro una piaga dei nostri giorni
Scrive Papa Francesco: “Per noi cristiani quella dell’indifferenza è una delle sfide più urgenti. Di fronte a Dio che si prende cura di noi e che ci ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza dell’uomo non possiamo rispondere con indifferenza”.
Se la nostra bella Bergamo si soffermasse a riflettere su queste parole probabilmente si sentirebbe in colpa. O forse no. Sono ancora troppe le persone che, davanti al dolore, al disagio, alla fragilità, fanno spallucce e guardano altrove. Così il Ducato di Piazza Pontida, da sempre convinto assertore della solidarietà e del mutuo aiuto, ha deciso di mettere al rogo, per la mezza quaresima ducale 2025, proprio l’indifferenza verso la sofferenza altrui. Scelta ardita che ha visto salire sul patibolo del tradizionale “Rasgamènt de la Ègia” di sabato 29 marzo scorso, il menefreghismo nella sua accezione peggiore. Ad applaudire e sostenere il Ducato in questa decisione tutt’altro che facile (l’argomento era davvero delicato ed ha suscitato molte critiche all’interno dello stesso sodalizio) le istituzioni cittadine.
Del resto la nostra sindaca Elena Carnevali aveva già dato prova di una non comune sensibilità qualche mese fa quando, lasciata la turris eburnea di palazzo Frizzoni, era scesa ad incontrare un gruppo di ragazzi che stazionava, non proprio tranquillamente, sotto i propilei di Porta Nuova. Un modo, il suo, per dire loro “non siete soli”. Problema risolto? Forse no, ma, incredibilmente, non è stata contestata e, anzi, il suo gesto è stato molto apprezzato. In ogni caso da qualche parte bisognava pure cominciare. Ma, per tornare alla mezza quaresima ducale, come si è svolto questo tanto discusso rasgamento? Già nelle prime ore del pomeriggio di sabato 29 marzo i bergamaschi hanno potuto assistere alla “Parata della Gioia” che, Giopì, Margì e Duca in testa, si è snodata tra le vie del centro portando i colori e l’allegria dei gruppi folkloristici. In piazza Matteotti, poi, aspettando con una certa impazienza l’attesissimo rogo della Ègia, ha tenuto compagnia ai presenti il concerto dei “Funk degli Orsi” con quella Giulia Spallino che, a noi dai capelli bianchi, ha ricordato il complesso de “Le Piccole Ore” svanito come la nostra, ahimè, irrimediabilmente perduta giovinezza.
A seguire i bellissimi bozzetti raffiguranti la Ègia da rasgare realizzati dagli allievi, o meglio dalle allieve (perché le donne hanno sempre una marcia in più) della scuola d’arte Fantoni, hanno visto sul podio le opere di Aileen Premoli (prima classificata), Marta Radaelli (seconda) e Greta Donadoni che hanno perfettamente interpretato con pennelli e colori il difficilissimo concetto dell’indifferenza, dopo un percorso di riflessione guidato dal Cappellano Ducale Don Cristiano Re. Ovviamente il bozzetto eseguito da Aileen Premoli, trasformato in un enorme cartellone, ha fatto da sfondo, prima di essere dato alle fiamme, a tutti gli eventi che, scanditi dal sempre brillante Francesco Brighenti, si sono succeduti lungo il corso della serata. Non ultima l’elezione della “Ègia piö Ègia miss Oriocenter 2025”. Una elegantissima Donatella Personeni, indossando uno dei più suggestivi costumi del nostro Franz Cancelli, ha sbaragliato senza sforzo tutte le altre candidate. Ma, infine, ecco il processo. E un processo in piena regola. Autore? Il nostro geniale Mario Binetti che ha pensato proprio a tutto, coadiuvato dagli attori del “Teatro del Gioppino” di Zanica.
A perorare la causa di una Ègia (Giovanna Assi) pentita troppo tardi per evitare la lama della rasga, l’avvocato difensore Umberto Ubbiali, mentre Orietta Bertoli è stata un convincente pubblico ministero. Implacabile però la sentenza del giudice Elisabetta Corti che ha deciso per la condanna. Così, dopo la lettura della poesia rasgamentaria, scritta dalla decana dei poeti ducali Anna Rudelli, tra le fiamme è finita l’orribile megera che ha dato il volto all’indifferenza verso la sofferenza di tutti, in particolare verso il disagio giovanile.