Gasperini al posto di Garibaldi? Ridiamoci su - La proposta di un gruppo di tifosi
di Pier Carlo Capozzi - 18 aprile 2025
La proposta di un gruppo di tifosi. L’allenatore nerazzurro certamente ha accumulato tanti meriti nei riguardi dell’Atalanta e della città. Una raccolta di firme
Il duce dei Mille di traslochi ne ha fatti troppi. Il monumento fu realizzato per Piazza Vecchia: ci rimase 37 anni, poi via alla nuova (allora) Rotonda dei Mille.
Garibaldi quando era in Piazza Vecchia (foto Story Lab, L’Eco di Bergamo)
Garibaldi fu ferito, ma non soltanto a una gamba. Il Generale è stato colpito nell’orgoglio, dal momento che vorrebbero sfrattare la sua statua, alla Rotonda dei Mille, per sostituirla con una dedicata a Gianpiero Gasperini, condottiero anch’egli con molti meno uomini e risultati calcisticamente storici. La petizione per fare che ciò accada parte in realtà dal lontano dicembre 2017 quando un gruppo di tifosi aveva lanciato una proposta precisa : «Sostituire la statua di Garibaldi, situata alla rotonda dei Mille, nel centro di Bergamo, con quella di Gasperini, il condottiero di questa grandissima Atalanta, colui che ha cambiato il modo di pensare dei tifosi atalantini e della società Atalanta, riuscendo a raggiungere obiettivi impensabili prima».
Sembrava un’uscita goliardica, ma adesso non lo è più, considerando che ci sono un migliaio di firme a favore e che, soprattutto, lo scultore Giacomo Scarpellini ha già preparato due bozzetti per la statua, sottoposti ora al voto popolare. La prima è una rappresentazione che celebra la passione tattica, in cui l’allenatore tiene in mano un pallone come simbolo del calcio. La seconda proposta, invece, è un omaggio al legame profondo del Gasp con la città e fotografa il mister con le braccia aperte, pronto a prendersi il calore dei tifosi. Cosa abbia rappresentato Gasperini per l’Atalanta è superfluo precisare. Certo però, con la scaramanzia che aleggia da sempre sui campi di pallone e nelle zone limitrofe, troviamo che una statua adesso, col mister in perfetta forma fisica, non sia precisamente auspicabile. Sconcerto generale Detto ciò, ci sarebbe da considerare l’umore del Generale, che pare stia dando segni di insofferenza da Caprera.
I bozzetti per Gasperini
A dirla tutta, il suo comprensorio sull’isola comprende anche la sua abitazione, che volle chiamare “Casa Bianca” (parlare di “Casa Bianca” in questi momenti è pericoloso, col rischio che Trump imponga in quei luoghi altamente simbolici, pesanti dazi su Pane Carasau, Malloreddus e Nuraghi, senza contare un pensierino ad annettersi l’Asinara con immediato cambio di nome del suo golfo). Garibaldi non accetterebbe mai un nuovo sfratto e c’è davvero da capirne lo stato d’animo. La prima collocazione della sua statua ebbe una dimora davvero sontuosa: nel centro di Piazza Vecchia (che si chiamava Piazza Garibaldi dal 1861) e il Consiglio Comunale deliberò di dedicargli un monumento il 5 giugno 1882, sull’onda dell’emozione suscitata dalla sua scomparsa tre giorni prima. Decisione per nulla condivisa dai cattolici bergamaschi, tra i quali era feroce la polemica verso l’amministrazione comunale, tacciata di anticlericalismo. La statua, alta 3 metri e 30, alla quale lavorarono i fratelli Cesare e Alberto Maironi, spiccò alla fine su un alto basamento con quattro leoni in bronzo ai lati. Si narra però che la riuscita artistica del monumento presentasse pesanti perplessità dal momento che i leoni, invece di apparire con atteggiamento fiero e aggressivo, parevano dei micioni.
La gente, non solo cattolica, li appellava beffardamente “I gattini”. La mattina dell’inaugurazione, il 13 settembre 1885, un buontempone fece trovare davanti alle quattro sculture delle scodelle di latte. Anni dopo, sopite - ma non troppo - le polemiche, fu deciso di restituire alla piazza il suo aspetto tradizionale e di riportarvi la fontana, precedentemente messa da parte. Fusi i gattoni Garibaldi fu spostato dove si trova ora (Gasperini permettendo), alla Rotonda dei Mille, con un nuovo basamento. I leoni (con licenza parlando) in bronzo, ritenuti inadeguati per il rinnovato basamento, finirono nei magazzini comunali e anni dopo furono fusi. Anche la seconda inaugurazione (il 20 settembre 1922) fu accompagnata da polemiche per le lungaggini burocratiche e operative del trasferimento. Famosissima, al riguardo, una cartolina satirica in cui si vede Garibaldi che, stanco di attendere, scende in città bassa portandosi sulle spalle il blocco del piedistallo. Il Generale, pur specificando di non aver nulla contro Gasperini, ribadendo anzi di essere un simpatizzante atalantino dai tempi dello spareggio di Genova (toh !) del 1977, puntualizza che di questi “avanti e indrè” ne avrebbe anche piene le tasche.
Proprio a Bergamo, che lui per primo battezzò “Città dei Mille”, prima che la definizione denominasse una scuderia di auto, una squadra di ciclisti, un’eccellente banda musicale, un ristorante, un’agenzia immobiliare, una rivista, un Tennis club, un albergo a tre stelle e tanto altro ancora. La città che regalò ben 167 volontari partiti da Quarto, con nomi illustri quali Francesco Nullo, il giovanissimo Luigi Biffi, Francesco Cucchi. Niente, quindi, pare destinato a cambiare la storia. Del monumento. Anche se si scoprisse che, alla vigilia della finale di Dublino a maggio, non salti fuori che il Gasp, nello spogliatoio, abbia esclamato: “Qui si fa l’Europa o si muore”.