Dopo le precedenti pubblicazioni: «Sulle rive dell’Adda» (2005) e «I racconti di S. Andrea» (2011), esce una nuova raccolta di poesie che Gianpietro Biffi ha scelto di intitolare «Orme» -Poesie di una buona vita-. La sua è una poesia realistica, autentica, che nasce dalla vita di tutti i giorni, dai contatti umani familiari e occasionali, fortemente impregnata dai sentimenti che tutti questi incontri gli hanno sollecitato e ispirato.
La copertina del libro Orme: poesie di una buona vita
Per ciò è una poesia che scaturisce spontanea, che germoglia dentro e quasi ti obbliga a scrivere. Ma non si tratta di impulsi improvvisi e disordinati, sono sentimenti che affiorano da una accorata meditazione, passati dal filtro del sentire umano, amalgamati dall’umore della fratellanza e tradotti in poetica favella. Si intuisce il suo prorompente amore per la compagna di tutta la vita, per i figli, i genitori, gli amici, il lavoro.
Si coglie la stoffa del galantuomo, dell’onestà professionale, la pronunciata considerazione alla correttezza dei rapporti personali e, se mi è concesso dire, tutte quelle qualità precipue degli «Òm d’öna ólta». Sono componimenti che vanno dall’anno 1961 al 2020, cinquantanove anni, una vita, contrassegnata come tante altre da mutevoli situazioni, molteplici incontri, gioie e tristezze, arrivi e dipartite, gioventù e vecchiaia, vittorie e sconfitte, il tutto descritto con pacata compostezza e cristiana accettazione, sempre cercando di onorare il dono della vita.
Circa centosettanta pagine di poesie in lingua italiana, con alcune in dialetto bergamasco, in cui traspaiono tutte le vicende che hanno riempito la vita di Gianpietro Biffi, che hanno contribuito a forgiarne il carattere e affinarne i sentimenti, una specie di fotografia narrativa da cui, anziché mostrare l’esteriorità, si può cogliere l’uomo dentro fino alle più profonde pieghe dell’anima.