Gino Giulietto Grimaldi, nasce ad Isola Della Scala (VR) l’otto febbraio 1889 da Giovanni e da Natalia Pitteri. Nel 1903 è ospite dell’Istituto Artigianelli di Brescia, dove studia Plastica e Disegno. L’anno seguente fre- quenta la Scuola d’Arte applicata «Andrea Fan- toni» dove consegue il 2° premio in Ornato. Nel 1905 il padre lo iscrive alla Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara.
Gino Grimaldi, pala, olio su tela.
Con qualche interruzione Grimaldi segue i corsi della Scuola di Pittura per cinque anni, sino al 1911, ottenendo varie menzioni onorevoli. Con il padre, che morirà nel 1909, abita in via Borgo Palazzo al n° 80. Successivamente si trasferisce in via San Tomaso n°21, quindi in via Pelabrocco al n°4. Nel 1910 entra nella società Teosofica di Milano. Per proprio conto compie studi che vannodalla letteratura alla storia dell’arte, alla politica. All’esposizione dei bozzetti organizzata dal Circolo Artistico nel 1911, presenta studi di nudo. Nel 1912 espone al Circolo Artistico Testa di fanciulla e Primo vere. Lo stesso anno il pittore lavora all’Istituto Italiano di Arti Grafiche di Bergamo dove esegue disegni per le copertine di «Emporium». Dopo l’esperienza alle Arti Grafiche, si trasferisce a Venezia dove trova occupazione presso il pittore-architetto Cesare Laurenti. Nel 1913 il suo primo ricovero al manicomio di San Servolo a Venezia per «psicosi maniaco depressiva». Allo psichiatra Tancredi Cortesi dedica un interessante ex libris. Dimesso nella primavera del 1915, si trasferisce a Milano, ma nel 1916 entra spontaneamente all’Ospedale Psichiatrico di Mombello, diretto da Giuseppe Antonini. Durante il suo ricovero a Mombello dipinge la Cappella del manicomio e lavora al restauro di affreschi nell’attiguo Palazzo Pusterla.
Esce alla fine del 1918 e prende dimora a Como. Nel 1919 esegue un cartellone per l’Opera dei Mutilati e Invalidi di Guerra di Milano. Tra il 1921 e il 1922, sul «Lavoratore Comasco», Grimaldi pubblica venti articoli di critica letteraria e artistica, alcuni firmati con lo pseudonimo di «Abate Grimm». Egli si autodefinisce «Un idealista, un sognatore, costretto, per le inesorabili necessità della vita ad abbrutirsi, a prostituire i suoi sentimenti d’artista». Nel salone municipa le di Varese, il 23 maggio 1922 Grimaldi tiene una conferenza sul tema «Il proletariato forza del mondo». Sul «Lavoratore Comasco» pubblica la zincografia a due colori L’Assommoir, che rappresenta la denuncia dello scempio di vite umane prodotto dalla guerra. A Bellagio, nel 1924 il pittore affresca il grande palazzo di Villa Giulia. In questi anni nasce una relazione affettuosa con la maestra M. di Bergamo. Grimaldi sostiene che «La miseria uccide tutto. Uccide la vita, il talento, la dignità».
A causa delle ristrettezze economiche in cui si dibatte tronca la relazione. Ne deriva uno stato angoscioso e miserando che è alla base di un nuovo ricovero a Mombello, su sua richiesta. Nell’aprile del 1933, durante una libera uscita dal manicomio di Mombello, si reca a Genova dove tenta il suicidio. Viene ricoverato all’Ospedale Psichiatrico di Pratozanino a Cogoleto dove morirà il 28 luglio 1941. Nella Chiesa di questo manicomio, tra il 1934 e il 1936, Grimaldi realizza le pitture murali Natività, Gesù Taumaturgo, Cristo risorto, quattro lunette: Il buon Pastore, due Pietà, Maria col Bambino, due pale d’altare: San Camillo de Lellis e San Vincenzo de Paoli. La sua poetica stilistica, sostenuta da un impianto coloristico forte e deciso, è di matrice figurativa e si esprime in chiave allegorica. Le figurazioni artistiche di Grimaldi, ricche di simboli e di elementi disposti in modo singolare, evidenziano una sensibilità rivolta al culto di dottrine esoteriche ma anche ascetiche. Dalle sue composizioni affiora la simbologia cabalistica dei Rosa-Croce, eredi della Sfinge, con i riferimenti alla leggenda del Santo Graal e ai suoi sviluppi ultraterreni, le teorie della Royal Arc framassonica (ribellione e libertà spirituale) e molti emblemi cristiani.
L'arte e l'estetica di Gino Giulietto Grimaldi
Il pittore stesso definisce esteticamente la sua arte «arte erotica» spiega di non dipingere solo con le mani, ma con i sensi. Il dipinto che si pubblica, gentilmente fornito dal dott. Luca Nanni, è una pala che raffigura un vortice brulicante di personaggi e di strutture, frutto delle sue inquietudini esistenziali. Nel luglio 2007 il Comune di Cogoleto ha promosso un’esposizione di opere del pittore Gino Grimaldi che è stata allestita nello storico Oratorio di San Lorenzo, adiacente alla Chiesa Parrocchiale. All’interno di questo Oratorio sono tuttora custodite alcune pregevoli opere di questo pittore. Il contenuto del profilo fa specifico riferimento al libro di Paola Zallio Gino Grimaldi. Schizzi di Eros pubblicato da Edizioni Laterza.