Duilio Frazza: Arte, Passione e Poliedricità di un Maestro Bergamasco
di Cesare Morali - 30 novembre 2024
Il pittore Duilio Frazza nasce a Bergamo il 18 settembre 1926. È figlio di Elia, noto organizzatore concittadino di spettacoli musicali d’arte varia, e di Amelia Volpi. La sua formazione artistica passa attraverso gli studi compiuti ai corsi serali di nudo artistico alla Scuola di pittura dell’Accademia Carrara ma anche alle lezioni di composizione pittorica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel primo dopoguerra, quando i manifesti pubblicitari dei film programmati nelle sale cinematografiche sono dipinti a mano, Duilio Frazza li esegue a tempera e li riveste con un trattamento impermeabile. Compie questo suo originale lavoro che richiede di evidenziare i protagonisti di ogni film e di curare l’intera programmazione degli spettacoli cinematografici che si proiettano ogni anno nella sala del Cinema Teatro Nuovo di Bergamo.
Duilio Frazza, Ritratto del Papa San Giovanni XXIII sulla sedia gestatoria, olio su tela.
Va precisato che parallelamente all’attività di pittore, per più di 40 anni Duilio Frazza ha lavorato come truccatore-capo al Teatro Donizetti. In particolare, questa professione di truccatore-capo gli permette di mantenere anche un contatto diretto con numerosi artisti e personaggi famosi, tra i quali Luciano Pavarotti, Carla Fracci, Oriella Dorella, Luciana Savignano, Lorella Cuccarini, Alessandra Martines, Giancarlo Sbragia, Raoul Grassilli, dei quali esegue efficaci ritratti in costume di scena. Duilio Frazza si esprime in chiave figurativa, cura scrupolosamente il disegno e si avvale di colori chiari ben accordati nei toni ed equilibrati negli accostamenti. Come ritrattista, Duilio Frazza indaga sull’espressione del soggetto che ritrae per evidenziarne, attraverso le espressioni del viso e del portamento, la personalità.
Tra i tanti va menzionato l’efficace ritratto del Papa San Giovanni XXIII sulla sedia gestatoria che si pubblica. Pur privilegiando il ritratto, la produzione dell’artista comprende nature morte, paesaggi e vari soggetti ottenuti con diverse tecniche, dal disegno alla pittura a olio, all’acquerello, alla scultura, alla ceramica, all’incisione, allo sbalzo. A partire dal 1960, partecipa a rassegne d’arte e mostre collettive nazionali e internazionali a Venezia, a Sanremo, a Firenze, a Roma, a Milano e a Monaco di Baviera. Numerose sono le sue esposizioni personali in Italia e all’estero. È un assiduo frequentatore delle iniziative culturali promosse dal Circolo Artistico Bergamasco al quale è associato. Espone anche nella sua galleria «La Garitta». Varie sue opere si trovano in musei e collezioni private in Italia e all’estero in Svezia, Olanda, Germania, Svizzera, Spagna, ma anche negli Stati Uniti e in Brasile. Partecipa a rassegne d’arte e concorsi conseguendo singolari risultati. Tra gli altri va menzionato il Premio Pantheon d’Oro, vinto a Bologna nel 1984, che gli viene consegnato personalmente da Maria Giovanna Elmi. Duilio Frazza suona anche il pianoforte e svolge insegnamenti di musica in varie scuole elementari di Bergamo, come ad esempio la «Diaz».
A dimostrazione della sua versatilità artistica va ricordato che negli anni Cinquanta elabora la «Commedia tragicomica compassionevole» in tre atti, dal titolo «Gioppino nella terra dei Faraoni», con molte parti in dialetto bergamasco, che il 22 marzo 1950 è rappresentata con ottima riuscita al Teatro Duse. Per rimanere agli interessi cittadini va ricordata la sua collaborazione con il Giopì, organo del Ducato di Piazza Pontida, che ha ospitato diverse sue caricature. Ha eseguito anche alcune pergamene che hanno offerto l’occasione al Duca Esculapio I (al secolo Cino Rampoldi) di nominarlo Vassallo del Ducato in qualità di «Pitùr pergamenista». Numerosi i riconoscimenti che gli sono stati conferiti, tra i quali quello di Accademico dell’Accademia Universale «Guglielmo Marconi» e dell’Accademia Tiberina.
Artista sensibile, con un ingegno poliedrico che lo porta alla realizzazione delle opere più varie, dal dipinto alla scultura, agli sbalzi su rame e argento, ci offre con garbo il suo modo di vedere il mondo con gli occhi dell’arte. Duilio Frazza muore a Bergamo il 17 ottobre 2002. Tra i critici che si sono occupati di lui vanno menzionati Maria Rosa Pancaldi, Mario Monteverdi, Luigi Gnecchi, Marcello Ballini, Lino Lazzari. Quest’ultimo, parlando della vasta impronta del singolare talento di Duilio Frazza, afferma che: «I successi raggiunti in campo nazionale e internazionale testimoniano la validità delle sue opere».